Per un periodo di tre anni Lorna si è seduta al tavolo della cucina con suo figlio Rohan e, attraverso prove ed errori, ha sviluppato la gamma di Inverroche Gins. “È stato un atto d’amore.
Non abbiamo mai sognato il successo commerciale di cui abbiamo goduto, l’abbiamo fatto solo perché eravamo affascinati dalle botaniche e dal processo; è stata un’avventura che alla fine si è trasformata nel business che è oggi”, sorride Lorna.
Lorna e suo figlio Rohan hanno sviluppato un proprio processo di distillazione.
Caricano l’alambicco con la loro acquavite di base e poi stratificano all’interno dell’alambicco le botaniche selezionate in cesti di vapore appositamente progettati.
L’aggiunta del fynbos in questo modo permette al vapore, delicatamente riscaldato, di estrarre gli oli aromatici dalle botaniche prima di scendere nel condensatore. Il risultato è un gin unico, asciutto e delicatamente agrumato.
Tra le botaniche utilizzate nell’infusione ce n’è una davvero peculiare, il “fynbos”, la vegetazione arbustiva tipica del Regno Floreale del Capo, una piccola regione floristica ricca di biodiversità.
Il nome “Inverroche” si ispira agli antenati celtici e gaelici della famiglia Scott.
La parola scozzese “Inver” significa una confluenza di acqua e si riferisce al punto in cui il fiume Goukou e l’Oceano Indiano si incontrano, e la parola francese “roche” significa roccia/pietra e si riferisce al calcare che definisce il paesaggio del Cape Floral Kingdom.
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